Tiepolo a Mirano - La Pala di S. Antonio

Comune di Mirano - Venezia

La Chiesa di S. Michele Arcangelo

La chiesa parrocchiale di Mirano, ubicata nelle immediate vicinanze della piazza principale, è dedicata a S. Michele Arcangelo. L'attuale aspetto dell'edificio è dovuto a considerevoli rifacimenti datati alla fine del 1600 ed effettuati su una precedente costruzione di epoca rinascimentale. In contrapposizione alle linee archittettoniche essenziali della chiesa che presenta una sola navata delimitaa da un ampio arco oltre il quale si trova un ampio presbiterio a cupola, l'interno della chiesa appare riccamente decorato. Il soffitto è affrescato con il Giudizio universale eseguito da Giovanni De Min alla metà dell'800, mentre gli altari principali e quelli posti lungo i lati della navata appaiono riccamente ornati da opere di pittura e scultura, tra le quali si ricorda il S. Girolamo Penitente (1578) di Paolo Fiammingo. Sopra il terzo altare a destra si trova collocata la pala di Giambattista Tiepolo raffigurante Il Miracolo di S. Antonio che riattacca il piede ad un giovane, opera realizzata dall'artista veneziano poco prima della sua partenza per la Spagna.

Il Miracolo di Sant'Antonio

Giambattista Tiepolo
Miracolo di S. Antonio da Padova
Olio su tela, centinata, cm. 270 x 180
La pala raffigura Sant'Antonio mentre compie il miracolo di risanare un giovane che si era tagliato un piede per punirsi di un calcio dato alla madre. La scena scelta da G. B. Tiepolo precede l'evento miracoloso e presenta il santo che si avvicina al giovane disteso con un braccio levato e l'altro recante il piede reciso.
La forza evocativa dell'opera è imperniata sull'ampio gesto del santo la cui mano si profila contro il cielo ed è accentuata dai contrasti cromatici: la colorazione uniforme del saio su cui spicca il bianco del panno dove è deposto il piede; il rosso vivo della giacca del giovane affiancato all'azzurro dei calzoni in contrasto con le tinte più chiare degli abiti della madre e degli altri spettatori. L'intera composizione assume una connotazione scenica, come spesso avviene nel Tiepolo, che qui viene resa con la collocazione dei protagonisti come su una ribalta teatrale e con la disposizione delle archittetture come fossero delle quinte.
Per ragioni stilistiche la pala è riferibile alla fine degli anni '50 del Settecento, poco prima della partenza di Tiepolo per la Spagna.