Biennale dell'Incisione 2004

Biennale dell'Incisione Italiana Contemporanea - Italia 2004

particolare incisione TiepoloSULL' ARTE DELL' INCISIONE

Lo scopo di questa breve nota è semplice e pratico: far conoscere sommariamente l'incisione, in particolare l'acquaforte , nei suoi aspetti tecnici e artistici.

CHE COSA È L'INCISIONE

L'incisione, genericamente, è l'arte di tracciare su una superficie dura, scavandola un determinato disegno.
Il termine può essere riferito a procedimenti artistici diversi, della glittica, del niello, dello smalto ecc.; più universalmente propriamente, tuttavia, esso riguarda l'incisione su una matrice o piastra da stampare. Da quest'ultima, che forma l'oggetto della presente nota, trae origine il vasto mondo della stampa d'arte. L'incisione deve la sua origine e la sua fortuna alla possibilità di moltiplicare le immagini. Due sono in definitiva, indipendentemente dalle matrici e dai mezzi con i quali si arriva a impressionarle, gli elementi della stampa incisa: la carta e l'inchiostro, cioè il bianco e il nero, entrambi ugualmente importanti, inscindibili, in funzione l'uno dell'altro. Il nero dà all'immagine il corpo, il bianco il respiro e la vibrazione vitale.

LE TECNICHE INCISORIE

L'incisione si vale di due procedimenti: può essere in rilievo e in cavo, secondochè il segno destinato a ricevere l'inchiostro risalta in superficie oppure è incavato.

L'incisione in rilievo si pratica sul legno (xilografia) e si stampa con un torchio che assomiglia a quello usato dai tipografi; oppure a mano con un rullo o un tampone come si faceva nel secolo XV.

L'incisione in cavo si pratica prevalentemente su metalli e si stampa al torchio calcografico. A differenza dell'incisione in legno, che risparmia il disegno, facendolo risultare in rilievo, quella in metallo scava il segno rendendolo atto a ritenere l'inchiostro, che la carta spinta dal torchio, andrà a cercarvi nel fondo.
Le incisioni su metallo in cavo sono fatte con due procedimenti, il diretto o l'indiretto. Il primo eseguito direttamente e su per forza di mano sulla piastra, comprende l'incisione al bulino e alla puntasecca. I due procedimenti hanno in comune la lastra di metallo levigata, che può essere di zinco, ottone alluminio, ferro, acciaio, ma più sovente di rame, essendo questo il metallo dal quale si ottengono i migliori risultati. Caratteristica propria a tutte le stampe tirate da incisioni su metallo in incavo è l'impronta che il margine sfaccettato della piastra imprime sul foglio sotto il torchio. L'operazione della stampa è assai delicata e costituisce una vera e propria arte a sé stante, che richiede lunga esperienza, gusto, accuratezza. Nelle piastre di metallo, incise in cavo, sia col bulino (procedimento diretto) che con l'acquaforte (procedimento indiretto), il disegno incavato viene inchiostrato, mentre le parti destinate all'impressione vengono accuratamente pulite. Se l'incisore vuole ottenere particolari effetti tonali o un segno più morbido, può lasciare tracce d'inchiostro sulla piastra o lungo i bordi della linea incisa.
Il torchio a mano per l'incisione su metallo, non differisce molto da quello adoperato nel secolo XVII. La piastra incisa e inchiostrata, ricoperto da un foglio di carta inumidita e dai feltri, viene posta sul piano del torchio. Si esercita quindi mediante due cilindri di acciaio, posti in movimento per mezzo di una ruota (stella) innestata sull'asse di quello superiore, una pressione abbastanza forte, tale da trasferire l'inchiostro dalla piastra sul foglio di carta.

Chi assiste alla tiratura e vede in pochi istanti un insignificante foglio di carta trasformarsi in opera di indelebile bellezza, ha l'impressione del prodigio.E tale è l'incisione.

Di mano in mano che escono dal torchio, le stampe vanno progressivamente numerate con una frazione, il cui denominatore rappresenta il numero totale degli esemplari ritirati, e il numeratore quello d'ordine del singolo esemplare. Le prove eseguite prima della numerazione sono chiamate prove d'artista.
Le prove di stato sono invece i primi tentativi d'impressione dell'artista per controllare il proprio lavoro ed eventualmente correggerlo. Il termine stato si riferisce alla variazione della composizione della stampa, conseguenza di una qualunque modifica apportata alla piastra. Avremo pertanto molti stati quando l'artista farà molte successive modifiche al primo lavoro; un unico stato quando la matrice originale non verrà ritoccata.

I primi stati sono i più rari e i più ricercati, hanno spesso maggior valore, ma non è detto abbiano sempre maggior pregio artistico.

L'odierna prova d'artista non va confusa con la prova di stato, perché si tratta di solito di esemplari che l'editore mette a disposizione dell'incisore e che sono nella composizione assolutamente uguali a quelli della tiratura regolare.

CHE COSA È L'ACQUAFORTE

Di tutte le tecniche incisorie l'acquaforte è oggi la più usata dai pittori per le sue risorse particolari: rapidità di morsura, gamma estesissima di valori, regolabili sì da permettere equivalenze del colore. Suo carattere precipuo è la scioltezza e la libertà del tratto; essa permette molteplici effetti, specialmente se unita ad altre tecniche.

L'acquaforte deriva il suo nome da "aqua fortis", il termine con il quale anticamente si indicava l'acido nitrico, in quanto l'azione di questo è necessaria per incidere un disegno su una lastra di rame, di zinco o di altro metallo.
Per eseguire un'acquaforte si ricopre la lastra di metallo con uno strato sottile di vernice speciale, resistente agli acidi, stesa uniformemente. Poi vi si traccia il disegno prescelto con una punta di acciaio, in modo da incidere lo strato di vernice fino a raggiungere il metallo. Ultimata l'incisione, si immerge la lastra nell'acido che, risparmiando le zone coperte di vernice, intacca il metallo nei solchi lasciati scoperti dalla punta metallica: aumentando la durata dell'immersione aumenta la profondità dei solchi. Questa azione dell'acido si chiama morsura. Questa operazione può essere ripetuta più volte. Ultimata l'acquaforte, l'artista può anche ritoccarla e completarla con la puntasecca, per ottenere particolari effetti tonali. Il procedimento per ottenere l'acquaforte esige comunque pazienza e particolari accorgimenti, soprattutto esperienza per regolare il tempo della morsura, per l'inchiostratura della lastra, per la stampa degli esemplari. Dopo aver liberato la piastra della vernice, essa viene inchiostrata e quindi accuratamente ripulita nelle parti non destinate all'impressione. Infine la piastra viene compressa la torchio, su carta speciale inumidita, ove trasferisce la composizione incisa. Dopo le relative prove si tira la stampa definitiva, quella che comunemente si chiama acquaforte.

L'acquatinta è un sistema di incisione all'acquaforte che, astraendo dalle linee, è volta ad ottenere valori di chiaroscuro simili all'acquarello monocromo. Adoperato di rado da solo, per l'assenza di pianto disegnativo, ma comune sussidio di tecniche lineari, si presta molto alla stampa a colori, per la compattezza della stesura. Per avere una vasta gamma di valori dosabili con precisione si ricorre alla preparazione granulare del rame, in modo da lasciare sulla sua superficie piccoli interstizi nei quali l'acido dovrà mordere. Per eseguire il lavoro si può riassumere schematicamente sulla grana il disegno con una matita tenera e con molta cautela, se si tratta di acquatinta pura. Si procede poi per valori, a cominciare dai chiari, coprendoli di mano in mano e continuando successivamente la morsura fino a raggiungere, da ultimo i massimi scuri. Vi è un altro procedimento d'incisione all'acquaforte detto vernice molle. In questo si protegge il rame con una vernice pastosa. Il disegno viene eseguito con una matita sopra un sottile foglio di carta aderente al fondo di vernice. Togliendo la carta la vernice rimane attaccata alle linee tracciate dalla matita e il rame scoperto. Esso viene immerso nell'acido. Nelle impressioni a vernice molle il segno è morbido, simile a quello di una matita.
La tecnica dell'acquaforte sembra sia stata inventata in Germania nel Cinquecento. In questo secolo il più grande pittore tedesco, Albrecht D?rer, incise sette acqueforti su lastra di ferro. Nel seicento l'acquaforte raggiunse una perfezione tecnica e un grande effetto artistico ad opera del pittore olandese Rembrandt che eseguì circa trecento incisioni rimaste finora insuperate per i sorprendenti effetti chiaroscurali. Nel Settecento ottennero mirabili risultati i grandi pittori veneziani come Gian Domenico Tiepolo e Giovanbattista Piranesi, lo spagnolo Francisco Goya. Agli inizi del secolo XIX l'opera di Bartolomeo Pinelli, popolare illustratore del costume romanesco, si può dire che chiuda l'era artistica dell'incisione. Infatti l'incisione è per lo più di riproduzione, ossia volta a riprodurre opere altrui per la loro divulgazione. Nella seconda metà dell'Ottocento tuttavia si distinsero oltre che come pittori anche come acquafortisti il Fattori, il Fontanesi e il signorini e, tra i francesi, Degas, Manet, Daumier.

CHE COSA È UNA STAMPA ORIGINALE

Procedimento incisorio e stampa si indicano sovente con lo stesso termine; così, dicendo acquaforte, incisione al bulino, xilografia, si intende la tecnica usata e anche la prova relativa. Rame e legno riguardano la piastra e il blocco propriamente detti, ma possono pure riferirsi all'incisione. La stampa è chiamata altrettanto genericamente esemplare, prova, impressione, foglio o incisione. La qualifica di originale sta a significare nel caso di stampa che la tiratura è stata eseguita premendo il foglio sulla piastra incisa dall'artista e non su una comune riproduzione galvanica o fotomeccanica, nel caso della piastra. (xilografia, incisione al bulino, acquaforte, ecc.) sta a significare che il creatore del soggetto e incisore sono la stessa persona. Questo per distinguerla da un altro genere di incisione, detta di traduzione, che riproduce opere altrui a scopo di divulgazione. La stampa di riproduzione riguarda comunque il passato; oggi sarebbe inconcepibile, essendo la fotografia il mezzo più adatto, fedele ed economico per riprodurre, praticamente in numero illimitato di esemplari, l'opera che si desidera diffondere. Quindi possiamo così definire la stampa originale: La stampa originale è l'immagine creata e incisa dall'artista, impressa di solito su carta in uno o più esemplari. È la stampa del pittore-incisore, o forse meglio dell'incisore d'invenzione.

articolo di Domenico Faro